Annunciato un anno fa, il piano antifumo del governo della Nuova Zelanda è stato approvato dalla camera ed è diventato legge. Entrerà in vigore a gennaio. Il piano d’azione Smokefree Aotearoa 2025 dovrà rendere la Nuova Zelanda (Aotearoa in lingua maori, ndr) il primo paese al mondo smoke-free, libero dal fumo. È stato messo a punto da Ayesha Verrall, medico e ministra neozelandese per la ricerca, la scienza e l’innovazione, e anche ministra associata della salute, su delega della primo ministro neozelandese, Jacinda Ardern. Si basa sugli studi scientifici più recenti in materia, come ha specificato Verral e la sua politica antitabacco è stata definita la più completa mai vista prima secondo quanto ha riportato Science. Il piano prevede tre interventi radicali.
- Il primo proibisce la vendita di tabacco ai minorenni nati nel 2009 o successivamente: l’obiettivo è creare una coorte in continua crescita che non ha l’abitudine di fumare.
- Il secondo taglierà del 95% i rivenditori di tabacco per rendere più difficile la vendita delle sigarette.
- Il terzo, imporrà la riduzione del contenuto di nicotina delle sigarette che dovrà scendere sotto il livello di dipendenza tagliando così alla radice il motivo principale per cui le persone fumano. L’efficacia della denicotinizzazione è dimostrata negli studi clinici, ha spiegato Verral. Il piano tollera le sigarette elettroniche.
La Nuova Zelanda da anni è impegnata nella lotta contro il fumo con il risultato di aver ridotto al 10,9% la percentuale dei fumatori adulti, tuttavia, il tabacco resta la principale causa di malattia e morte, soprattutto fra i Maori, in un paese di 5,1 milioni di abitanti.

Un paese senza fumo. Il primo al mondo! La Nuova Zelanda
Diventare un Paese “smoke free”: completamente libero dal fumo. Questo l’obiettivo della legge approvata dalla Nuova Zelanda che proibisce la vendita di sigarette non solo ai più giovani, ma anche alle future generazioni: la prima nazione al mondo a varare un provvedimento simile. La nuova legislazione introdotta dal Parlamento di Wellington vieta di vendere tabacco a chiunque sia nato dal 1° gennaio 2009 in poi: ovvero un divieto di fumare indiscriminato per tutti coloro che hanno dai 14 anni in giù, inclusi quelli che devono ancora nascere. Le generazioni di domani non potranno più avere, per legge, la sigaretta in bocca.
Vita più lunga e meno spese per il sistema sanitario
«Migliaia di persone vivranno più a lungo, avranno vite più sane e il sistema sanitario risparmierà 5 miliardi di dollari l’anno evitando di curare le malattie causate dal fumo come cancro, attacchi cardiaci, disturbi polmonari e d’altro genere », ha dichiarato la viceministra della Sanità Ayesha Verrall. La risoluzione è accompagnata da drastiche misure per rendere più difficile vendere tabacco: le sigarette d’ora in avanti potranno essere vendutesoltanto in appositi negozi, l’equivalente delle tabaccherie italiane, non più nei supermarket o dal rivenditore di giornali come era possibile finora. Il numero dei negozi autorizzati a venderle sarà inoltre ridotto dagli attuali 6mila a 600. E i produttori dovranno diminuire il tasso di nicotina presente nelle sigarette. Ci saranno infine una campagna nazionale sui danni provocati dal fumo, maggiori fondi per i servizi sanitari e iniziative specifiche per convincere i maori e altre comunità che fanno più uso di tabacco a smettere.
Smokefree Aotearoa 2025

Lo scopo, afferma il governo della premier laburista Jacinda Ardern, è rendere la Nuova Zelanda un Paese “smoke-free” entro il 2025. «Vogliamo essere sicuri che i più giovani non cominceranno mai a fumare tabacco per cui sarà un reato vendere o fornire sigarette a chi ha meno di 14 anni», commenta la viceministra Verrall. «Per decenni abbiamo permesso all’industria del tabacco di mantenere le proprie quote di mercato con prodotti che fanno male alla salute e creano sempre più dipendenza. È disgustoso e bizzarro. Abbiamo più norme su come regolare la vendita di un sandwich che quella di sigarette. Ora basta. Siamo fiduciosi di poter voltare definitivamente pagina sulfumo nel giro di tre anni. I fumatori diminuiscono velocemente».
I dati confermano l’efficacia della manovra
I dati le danno ragione. Secondo statistiche diffuse il mese scorso, il numero di neozelandesi che fumano una sigaretta o più tutti i giorni continua a calare, essendo passato dal 9,4 per cento del 2021 all’8 per cento di quest’anno, la percentuale più bassa registrata da quando si raccolgono cifre sul consumo di tabacco. La nuova legge tuttavia non restringe le vendite di Vape, le sigarette elettroniche, il cui uso è in aumento: dal 6,2 per cento lo scorso anno all’8,3 per cento nel 2022: il segno che alcuni di quelli che hanno smesso di fumare tabacco hanno iniziato a fumare sigarette elettroniche, ovvero a svapare, e anche questo, pur in assenza di processidi combustione, ha effetti nocivi. Ma la Nuova Zelanda ambisce comunque a essere un modello internazionale per la lotta contro il fumo: il primo Paese al mondo in cui non fuma praticamente più nessuno.

Una misura simile sarebbe utile anche in Italia?
Sicuramente l’idea della Nuova Zelanda è semplice e molti l’avranno già pensata anche per gli altri paesi del mondo. Ricordiamo che il tabacco si è diffuso in un epoca in cui ancora non erano ben noti i danni che avrebbe provocato alla popolazione, come qualsiasi altra droga. Dopo che le evidenze scientifiche hanno dimostrato la reale forte correlazione tra fumo e cancro alle vie aeree e ai polmoni, la correlazione tra fumo ed attacchi cardiaci, i danni causati dal fumo a diversi organi interni dell’organismo umano, i vari paesi del mondo e a vari livelli istituzionali hanno iniziato a prendere provvedimenti. Il primo di tutti è stato quello di vietare la pubblicizzazione di prodotti contenenti tabacco e disciplinarne rigorosamente la vendita.
Una domanda che viene spontanea è:
come mai si è dovuto attendere così tanto prima che uno stato (in questo caso la Nuova Zelanda) prendesse una decisione simile, per troncare dalla radice uno dei problemi che maggiormente nuoce alla salute delle persone?
Per rispondere sicuramente non si può non parlare di lobby, che grazie alla loro presenza silenziosa all’interno governi ed istituzioni, finanziate dalle multinazionali del tabacco fanno ostruzionismo, impediscono ai governi di seguire la logica e fare il vero interesse dei cittadini.
D’altra parte ricordiamo che quella sulle sigarette è una “tassa” che pagano tutti i cittadini “fumatori” e a cui istituzioni del governo, come nel caso italiano l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli fa molto comoda e nei momenti di difficoltà economica dello Stato, questa tassa viene alzata. Ma siamo sicuri che proseguire per questa strada sia per lo stato italiano come per qualunque altro stato un reale guadagno?
Facendo un bilancio più ampio, da una parte l’erario incassa la tassa sui tabacchi, mentre dall’altro il sistema sanitario, che comunque è a carico dello stato spende miliardi per curare le malattie dovute al fumo. Questo bilancio è in positivo o in negativo?
Sicuramente andare avanti così fa male ad una parte dei cittadini, ed è inutile fare campagne antifumo, insegnare a scuola che fumare fa male, se poi questi prodotti estremamente nocivi per la salute, vengono regolarmente venduti.
Di sicuro, se da una parte il bilancio macroeconomico complessivo relativo alla vendita dei tabacchi può non essere positivo, d’altra parte chi ci guadagna da questa situazione ha anche il potere di ostruire chi invece propone soluzioni come quella zelandese.
Il ruolo delle sigarette elettroniche nella smoking cessation
Da una parte è fortemente raccomandato non iniziare a fumare. Smettere è veramente difficile e richiede enorme forza di volontà e lunghi periodi di sacrificio e allo stesso tempo fumare non da nessun beneficio, quindi perché iniziare?
Dall’altra c’è chi è già fumatore. Per questa fascia della popolazione è fortemente raccomandato smettere. Raggiungere l’obbiettivo della smoking cessation, può diventare molto più semplice se si utilizza un mezzo intermedio, molto meno dannoso delle sigarette classiche, come quello delle sigarette elettroniche.
Una legge che abolisse gradualmente la vendita delle sigarette e che obbligasse i commercianti a non vendere alcun prodotto che avesse a che fare con il fumo o con la nicotina ai nati dopo una certa data, porterebbe al risultato certo di ottenere nel giro di poche decine di anni “zero fumatori”.
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